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Centro Internazionale di Scienze Semiotiche Umberto Eco
SEMINARIO DI SEMIOTICA
Per una nuova guerriglia semiologica. Fake news, credenze, enunciazioni e preverità
a cura di Claudio Paolucci (Università di Bologna) e Isabella Pezzini (La Sapienza Università di Roma)
Sala Cinema, via Saffi 15, Urbino venerdì 10 settembre 2021
Viviamo in uno stato di guerriglia semiologica generalizzata. Ma forse non è come l’avevamo sperata.
Quando in Il costume di casa Umberto Eco parlava di “guerriglia semiologica”, la pensava infatti come una forma di resistenza locale e molteplice al potere centralizzato dei media, che faceva circolare la “versione del mondo” dominante. All’epoca il sistema dei media aveva una forma “unomolti”: l’informazione proveniva da una fonte, che aveva un potere culturale (e non solo) e arrivava a una foce, dove trovava posto ciò che allora veniva chiamata “la massa”. Eco diceva che al posto che controllare la fonte, si poteva forse provare a controllare la foce, cambiando di segno il senso dei messaggi voluto dalla fonte attraverso un’attività semiotica di guerriglia, fatta da interpretazioni devianti e non uniformate. Viviamo in un mondo in cui la guerriglia semiologica pare avere vinto ed essere paradossalmente diventata lo stato di default di tantissime forme contemporanee di comunicazione, fatte di decodifiche aberranti, interpretazioni devianti, interventi di decostruzione massiccia su un sapere che ormai si sa essere sempre legato a un potere.
Postverità, fake news, morte dell’expertise sono nomi eterogenei che si danno per spiegare gli effetti di un fenomeno semiotico che è in fondo di altro genere: la vittoria della guerriglia semiologica. Tuttavia, bisogna distinguere l’idea particolare di “guerriglia semiologica”, che era legata ala situazione del momento, da quella generale, che può essere usata anche oggi. Secondo Eco, infatti, la guerriglia semiologica era la costruzione locale di forme di devianza rispetto alla condizione mainstream dell’informazione, che esprimeva ciò che andava per la maggiore. Se questa è l’idea di guerriglia semiologica, essa non solo è possibile ancor oggi, ma è oggi anzi sempre più necessaria. In un mondo in cui uno vale uno, in cui l’expertise è diventata un’opinione tra le altre opinioni e in cui diverse versioni contraddittorie del mondo circolano nello spazio della nostra enciclopedia, “fuori dalla guerriglia semiologica non c’è salvezza”. Il convegno di Urbino sarà la sede per discutere di questo fenomeno e per esplorare nuove forme possibili di guerriglia semiótica.