Call for Papers-Versus, n.1, 2022-Desemantizzare/Risemantizzare

Versus, n. 1, 2022

DESEMANTIZZARE/RISEMANTIZZARE

A cura di Alice Giannitrapani

Nel Dizionario, Greimas e Courtés dedicano poche righe alla risemantizzazione, spiegandola come forma di recupero di “contenuti parziali, preliminarmente perduti” e conseguente ritrovamento “del loro primo valore semantico”. Se i Due amici, esemplificano, vengono inizialmente chiamati “monsieur” per indicare il loro “status sociale ordinario”, alla fine lo stesso appellativo è utilizzato più specificamente per indicare un “riconoscimento del proprio valore”. La risemantizzazione è dunque l’altra faccia della desemantizzazione, che implica invece una perdita o un’elisione di alcuni sensi in “favore di un’unita discorsiva più ampia”. Gli esempi citati nel Dizionario sono l’espressione “ammazzare il tempo” – in cui il verbo perde alcuni dei suoi significati – o l’idea di “annodarsi la cravatta”, in cui interi sintagmi gestuali sono appunto desemantizzati (analogamente a quanto avviene, si ricorda, con la catena di montaggio). Se la risemantizzazione andrebbe dunque in direzione di un recupero, una focalizzazione, un’intenzionalità; la desemantizzazione, al contrario, si dirigerebbe verso un allontanamento, una generalizzazione, un automatismo.

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